LEXINE di Gaia Perassi



Tre anni fa mi successe una cosa non molto bella. Avevo un ragazzo, apparentemente può sembrare una bella cosa e beh all’inizio lo era; eravamo felici insieme, potevamo perfino sembrare una bella coppia, ma nessuno sapeva come lui era veramente. Solo io sapevo cosa mi faceva e avrebbe continuato a farmi finché io, Lexine Middleton, non avessi fatto qualcosa.

Non convivevo con lui anche perché sarebbe stato complicato, io tutti i giorni andavo all’Università e lui a lavoro e avevamo orari completamente diversi l’uno dall’altro. Io per lui ero solo uno sfogo, niente di più, mi trattava proprio come un giocattolo se mi voleva mi cercava se no per lui non esistevo, io non avevo il diritto di chiamarlo, perché se lo chiamavo non aveva mai tempo per me. Non mi accorgevo di quanto mi usasse, ero acciecata dal sentimento che provavo per lui, ora ripensandoci me ne pento amaramente, mi pento di tutto quello che gli ho lasciato fare.

I miei genitori non lo sapevano, non volevo dirglielo, anche perché, innamorata com’ero mi affascinava il fatto di fare qualcosa di nascosto; era stato lui a dirmelo, probabilmente perché sapeva che i miei lo avrebbero denunciato e io gli credetti, credetti alle sue false scuse. Lo dissi solo alla mia migliore amica, lei cercava di aprirmi gli occhi, ma vedeva che era tutto inutile, io continuavo a difenderlo a dire che lo faceva con il mio consenso, anche se dopo i primi lividi avrei dovuto capire anche io, che la mia amica aveva ragione. La faccenda continuò per altri mesi ancora, quando la mia amica ne parlò con i miei genitori, tenendomi all’oscuro di tutto, andarono a denunciarlo alla centrale, la polizia lo prese; in quel momento ero fuori di me, piangevo e urlavo contro di loro qualsiasi cosa. I miei genitori decisero che sarei dovuta andare da uno psicologo, per un po’ le cose non cambiarono ma poi fu lui che riuscì a farmi capire che quello che mi aveva fatto il mio ex fidanzato era solo una violenza e che non sarebbe più dovuto accadere, dopo che riuscii a capirlo andai dai miei genitori e mi scusai. Andai dalla mia amica e la ringraziai per aver fatto finire quella che possiamo chiamare disgrazia. Per un po’ non riuscii più a fidarmi di nessuno, e chi ci riuscirebbe dopo un episodio del genere? Ma un giorno mi innamorai di un ragazzo, ci sposammo e ora abbiamo due figli bellissimi e che amo moltissimo, quando saranno più grandi gli racconterò cosa mi è successo, in modo da evitare che anche a loro succeda una cosa del genere, e che se gli succederà di venirmelo subito a dire così lo risolveremo insieme.

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