Blessing- di SARTORI Alice



 


Oggi Blessing canta.
Quindici anni, nigeriana, parrucchiera, la seconda di otto fratelli.
Un giorno di Novembre, uno come tanti altri. Almeno così era fino a quando non incontrò una donna, anche lei parrucchiera, che le offrì l’opportunità di trovare un lavoro e una vita migliore, giusto al di là del Mar Mediterraneo. Quella notte stessa partì. Non era sola, ma c’erano altre ragazze, della sua età o poco più grandi, anche loro invitate dalla donna a intraprendere quel viaggio verso un futuro migliore. Ci sarebbero volute circa una ventina di ore, e poi sarebbero arrivate a destinazione. L’agitazione e l’emozione erano incalcolabili, mentre la mancanza della propria famiglia si faceva già sentire.
Dopo solo otto ore, però, l’aereo atterrò. La donna spiegò a Blessing e alle altre che quella era solo una delle tappe necessarie prima di raggiungere l’Europa. Si trovavano a Abidjan, in Costa d’Avorio. Una volta uscite dall’aeroporto, le ragazze dovettero aspettare su una panchina, mentre la donna sbrigava alcune commissioni importanti per il loro viaggio.
“Torno tra un attimo”, erano state le parole pronunciate dalla donna, le ultime che quelle ragazze avrebbero ancora sentito da lei. Infatti non la videro più. Erano state abbandonate. Rimasero lì per giorni, senza sapere cosa mangiare, senza sapere cosa fare per vivere, senza sapere se avrebbero superato la notte. Tutto ciò andò avanti per quasi dieci giorni, cioè fino al giorno in cui Joy, una ragazza di 18 anni del gruppo, non incontrò un uomo. Con molta rapidità, iniziò a fidarsi di lui. I due s’innamorarono, e lui le promise che avrebbe aiutato lei e le altre a raggiungere l’Italia.
Nuovo volo, nuova tappa: Marocco. Vi restarono per trentasei ore prima di ripartire, stavolta non con l’aereo ma a piedi. Fu un lungo viaggio, stremante, e, dopo un ultimo tratto via mare e una tappa in Spagna, giunsero a Torino.
Blessing e le ragazze molto in fretta compresero qual’era il prezzo del viaggio. Infatti non sarebbe bastata la gratitudine per ripagare l’uomo. Quest’ultimo le buttò in strada a prostituirsi. Quello era l’unico loro modo per guadagnare del denaro. Ogni notte uomini disgustosi la picchiavano e maltrattavano. Inoltre ogni mattina, all’alba, Blessing doveva tornare al nuovo appartamento, dove una donna la attendeva, si riprendeva i soldi e la picchiava perché non gliene portava mai abbastanza. Certe notti la polizia arrivava nella sua strada e Blessing non si nascondeva, anzi, cercava di farsi notare. Voleva essere presa e portata via.
Un tardo pomeriggio un furgoncino grigio accostò davanti a lei. Altro cliente. In realtà, Blessing notò che si trattava di due ragazze e un ragazzo bianchi, che scesero dal mezzo e le si avvicinarono con cautela, con un sorriso amichevole e con una scatola che le porsero. Biscotti. Blessing era confusa, non sapeva a che pensare. I ragazzi le dissero che erano lì per lei, per aiutarla, e che non doveva far altro che salire sul furgoncino con loro. Aveva paura, paura di chi realmente essi sarebbero potuti essere e delle conseguenze, di poter essere rintracciata dal magnaccia. Alla fine la speranza prevalse su tutte le sue ipotesi e si convinse a seguirli.
Da quello stesso giorno, Blessing vive in una delle case famiglia dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, dove è tornata ad essere felice, dove può dire la sua, dove l’idea di un futuro migliore è di nuovo viva. Oggi può far sentire la propria voce e sprigionare le sue emozioni.
Oggi Blessing canta.

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