LISA di Sofia Brondino





Pensavo che la mia storia non sarebbe mai finita nero su bianco. Prima per me un libro, un testo, una frase erano solo un miscuglio di lettere.

Quando ero ragazza la mia vita era diversa da quella dei mie coetanei. Occupavo un insignificante angolino di questo mondo. Non sapevo né leggere né scrivere. Ero priva di istruzione perché ero tenuta lontana da quell’edificio che i ragazzi tanto odiano ed ero tenuta lontana da tutto il resto del mondo. Ero costretta a vivere dietro alle sbarre di una casa che nemmeno sentivo mia; vivevo con mio zio, un uomo freddo e solitario.

L’unico angolo di quella prigione in cui, in parte, mi sentivo libera era quella finestra che dava su una stretta stradina in campagna. Al di là di quella c’era la mia libertà, ma poi mi voltavo e realizzavo che ero sola, senza amici, senza istruzione e priva di conoscenza del mondo. Avevo quel desiderio di provare la sensazione che provano i bambini il primo giorno di scuola, le ragazze quando hanno le loro prime uscite e volevo ricevere quell’amore speciale di una mamma e un papà.

Spesso pensavo di fuggire, ma poi tornavo alla realtà e pensavo a cosa avrebbe fatto lo zio se mi avesse scoperta e al fatto che non avrei avuto un tetto sotto cui dormire e del cibo per sfamarmi. C’è stato un giorno in cui provai a farlo; spesso da quella finestra vedevo passare un ragazzo e parlarci ormai era diventata una mia abitudine. Lui mi promise che mi avrebbe aiutata a fuggire e mi avrebbe portata via con lui, ma proprio quando stavo calando dalla finestra mio zio mi vide. Potete solo immaginare cosa successe dopo e quel ragazzo più lo vidi. Da quel giorno mi venne proibito pure di guardare da quella finestra che era stata serrata con delle travi di legno.

Mi chiedevo spesso cosa spingesse quell’uomo ad essere coì freddo e staccato dal mondo.

Continuai questa vita per un po’, finchè lo zio non venne a mancare. Non posso dire che non ero dispiaciuta per ciò, ma forse tutta la situazione in cui vivevo poteva cambiare.

Infatti, di tutto ciò si occupò una lontana parente e siccome non ero ancora abbastanza matura per badare a me stessa, si prese anche cura di me. Venne a conoscenza delle condizioni in cui ero e scelse il modo di aiutarmi. Cominciai così a prendere lezioni delle materie di base, recuperando gli anni persi e in seguito cominciai a prendere anche di materie come l’inglese o il francese. Feci progressi grazie alla voglia di imparare e ben presto mi trovai a far lezioni come qualsiasi ragazzo della mia età. Tutto questo mi portò a conoscere nuove persone, nuove emozioni e nuovi luoghi.

In particolare quella donna mi dava affetto, che era una delle cose che mi mancava; finalmente quell’amore speciale di una mamma e un papà di cui parlavo cominciavo a sentirlo. Ed era bellissimo. Devo ringraziarla per non avermi abbandonata pur essendo piombata nella sua vita da un giorno all’altro e per aver cambiato la mia.

 Ora ho un lavoro che mi porta spesso a viaggiare all’estero. E se qualcuno si domanda di quel ragazzo di cui ho parlato, ora è mio marito. Abbiamo una splendida figlia e ci assicuriamo sempre che non le manchi nulla e soprattutto che abbia la sua parte di libertà e una buona istruzione.
Nessun’essere umano dev’essere privato di ciò.                                               

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