Pensavo che la mia
storia non sarebbe mai finita nero su bianco. Prima per me un libro, un testo,
una frase erano solo un miscuglio di lettere.
Quando ero ragazza la
mia vita era diversa da quella dei mie coetanei. Occupavo un insignificante
angolino di questo mondo. Non sapevo né leggere né scrivere. Ero priva di istruzione
perché ero tenuta lontana da quell’edificio che i ragazzi tanto odiano ed ero
tenuta lontana da tutto il resto del mondo. Ero costretta a vivere dietro alle
sbarre di una casa che nemmeno sentivo mia; vivevo con mio zio, un uomo freddo
e solitario.
L’unico angolo di
quella prigione in cui, in parte, mi sentivo libera era quella finestra che
dava su una stretta stradina in campagna. Al di là di quella c’era la mia
libertà , ma poi mi voltavo e realizzavo che ero sola, senza amici, senza
istruzione e priva di conoscenza del mondo. Avevo quel desiderio di provare la
sensazione che provano i bambini il primo giorno di scuola, le ragazze quando
hanno le loro prime uscite e volevo ricevere quell’amore speciale di una mamma
e un papà .
Spesso pensavo di
fuggire, ma poi tornavo alla realtà e pensavo a cosa avrebbe fatto lo zio se mi
avesse scoperta e al fatto che non avrei avuto un tetto sotto cui dormire e del
cibo per sfamarmi. C’è stato un giorno in cui provai a farlo; spesso da quella
finestra vedevo passare un ragazzo e parlarci ormai era diventata una mia
abitudine. Lui mi promise che mi avrebbe aiutata a fuggire e mi avrebbe portata
via con lui, ma proprio quando stavo calando dalla finestra mio zio mi vide.
Potete solo immaginare cosa successe dopo e quel ragazzo più lo vidi. Da quel
giorno mi venne proibito pure di guardare da quella finestra che era stata
serrata con delle travi di legno.
Mi chiedevo spesso cosa
spingesse quell’uomo ad essere coì freddo e staccato dal mondo.
Continuai questa vita
per un po’, finchè lo zio non venne a mancare. Non posso dire che non ero
dispiaciuta per ciò, ma forse tutta la situazione in cui vivevo poteva
cambiare.
Infatti, di tutto ciò
si occupò una lontana parente e siccome non ero ancora abbastanza matura per
badare a me stessa, si prese anche cura di me. Venne a conoscenza delle
condizioni in cui ero e scelse il modo di aiutarmi. Cominciai così a prendere
lezioni delle materie di base, recuperando gli anni persi e in seguito
cominciai a prendere anche di materie come l’inglese o il francese. Feci
progressi grazie alla voglia di imparare e ben presto mi trovai a far lezioni
come qualsiasi ragazzo della mia età . Tutto questo mi portò a conoscere nuove
persone, nuove emozioni e nuovi luoghi.
In particolare quella
donna mi dava affetto, che era una delle cose che mi mancava; finalmente
quell’amore speciale di una mamma e un papà di cui parlavo cominciavo a
sentirlo. Ed era bellissimo. Devo ringraziarla per non avermi abbandonata pur
essendo piombata nella sua vita da un giorno all’altro e per aver cambiato la
mia.
Ora ho un lavoro che mi porta spesso a
viaggiare all’estero. E se qualcuno si domanda di quel ragazzo di cui ho
parlato, ora è mio marito. Abbiamo una splendida figlia e ci assicuriamo sempre
che non le manchi nulla e soprattutto che abbia la sua parte di libertà e una
buona istruzione.
Nessun’essere umano dev’essere privato di ciò.
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