Dal diario di bordo del 2012

Dal diario di bordo del 2012

Il LAR "Irene Stefani" di Montepuez accoglie oggi 57 tra bambine e ragazze che frequentano la scuola dalle elementari al Liceo. Sono seguite da Suor Ermanna, Suora della Consolata originaria di Costigliole, che è stata l' ideatrice di questo collegio femminile che ospita le ragazze più povere del mato, (savana) quasi tutte orfane di uno o di entrambi i genitori ed alle quali sarebbe stato impossibile frequentare la scuola statale, non potendosi permettere di vivere fuori casa. 

Per sostenere il LAR, le famiglie delle ragazze portano, di tanto in tanto, qualche prodotto agricolo, frutto del loro lavoro. Un grande aiuto viene da coloro che in Italia le sostengono "a distanza". Anche le ragazze contribuiscono all'andamento economico del LAR: durante il tempo libero allevano galline, tacchini, conigli per poi vendere le uova e la carne, si preparano e cucinano il cibo sotto la vigilanza delle "monitore", si lavano i propri indumenti e se li stirano e alle maggiori è affidata la cura delle più piccole. 

Vengono così, abituate a svolgere le mansioni che la loro vita di madri e spose richiederà. Questo popolo deve affrontare ogni giorno immense difficoltà quali le malattie, spesso anche mortali, la fame, la mancanza d'acqua, di luce: le loro capanne, costruite con bambù e argilla e coperte di paglia, sono spoglie e prive di ogni comfort quali letti o sedie. Eppure lo sguardo di queste persone è limpido, sereno. Quanto colpisce maggiormente sono gli elementi positivi dei Mozambicani: le lezioni che questo popolo sa insegnare, la gentilezza dei loro sguardi, la fierezza del loro portamento.

Anche le abitudini quotidiane più semplici diventano faticose in Africa; lavarsi richiede preparazione ed attenzione, l'acqua è preziosa, non la si può sprecare malamente; va, quindi riciclata: la preziosa bottiglietta di acqua, bollita e filtrata, deve servire sia per bere sia per lavarsi i denti e va quindi centellinata. La bacinella di acqua che si usa per lavarsi il corpo, cominciando naturalmente dalle parti superiori, servirà per lavare gli indumenti e successivamente per buttare nel wc. Ogni volta che ritorno alla così detta "civiltà"  apprezzo la funzionalità dello sciacquone, il poter fare una doccia e la possibilità di lavarmi i denti e sciacquarli abbondantemente.

L'arrivo nei villaggi, apparentemente deserti, è sempre segnato dall'accorrere dei bambini, che richiamano gli adulti ed anche gli animali domestici: sembra proprio che tutto il villaggio voglia porgere il benvenuto. Il bianco e la sua jeep sono sempre una fonte di attrazione.

Quando al ritorno da uno di questi villaggi, dove mi ero recata con un autista per caricare una capretto che avremo poi immolato in occasione di una festa, ringraziai l'uomo che mi aveva accompagnato e fatto conoscere la sua famiglia, mi rispose che ringraziava me per averlo onorato nel voler conoscere suo nonno. I pochi anziani che riescono a sopravvivere alla fame e alle malattie sono tenuti in gran rispetto dai bambini e dagli adulti.

Porto profonde dentro di me  tutte le emozioni che ho provato vivendo con Padre Benesse e le suore africane di Mepanhira, con Sr Ermanna e le sue  consorelle, persone coraggiose  che confidano nelle proprie forze e nell'aiuto del Signore e che combattono, ogni giorno, battaglie estreme.

Allo stesso modo, porto radicate in me le esperienze ed emozioni che ho vissuto con questo popolo sempre in cammino… alla ricerca di un po' di acqua, di pane, di PACE.

Ringrazio il Signore di avermi concesso questa meravigliosa opportunità di conoscere un popolo nuovo perché sono profondamente convinta dell'affermazione di André Malraux:

"Vi sono due modi per essere uomo fra gli uomini: il primo consiste nel coltivare la propria differenza, il secondo nell'approfondire la comunione".


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