Mi chiamo Delia e vivo in Afghanistan; amo il mio
Dio e la mia famiglia perĂ² gli ideali della mia religione non mi permettono di
vivere come vorrei.
Ho 15 anni e da quando
ho 10 anni ho smesso di studiare.
Ho tantissimi sogni
nel cassetto, nella mia vita mi piacerebbe fare molte cose ma so che i miei
sogni non si avvereranno mai; non oso neanche parlarne con la mia famiglia
perché mi crederebbero pazza, e forse non avrebbero tutti i torti. Così vivo la
mia vita sognandone un’altra e sperando che un giorno arrivi qualcuno a
portarmi via da questo posto che non sento casa mia per portarmi in un posto
che ho sempre sognato o perlomeno migliore di quello in cui vivo adesso.
1 mese fa mi sono
sposata con un uomo che non conosco di cui so soltanto il nome, l’aspetto
fisico e la sua etĂ , 30 anni. E’ abbastanza ricco, perĂ² non è la persona che ho
sempre sognato di sposare, con cui passare il resto della vita e ancor meno di
amare.
La mia famiglia mi
obbliga a sposarmi non perché mi odia o vuole farmi del male, semplicemente
vuole il meglio per la propria figlia, senza sapere, perĂ², che il meglio per me
sarebbe vivere con la persona che amo.
Il momento piĂ¹
brutto della mia vita è stato quando ho dovuto abbandonare la scuola, perché io
amo studiare, imparare nuove cose e riuscire a pensare con la mia testa.
Le mie materie preferite sono, o meglio erano, geografia e storia perché
solo in quel modo potevo conoscere la storia del mio Paese e viaggiare con la
fantasia in tutto il mondo, che di sicuro non riuscirĂ² mai a visitare.
La mia famiglia non
mi ha mai maltrattata, nonostante non sia d’accordo con delle loro decisioni,
non mi farebbero mai del male. Invece
mio marito appena siamo rimasti soli dopo il matrimonio mi ha picchiato (
niente male come inizio del matrimonio) e i maltrattamenti sono all’ordine del
giorno.
Nella mia vita non
ho mai potuto prendere delle decisioni di mia volontà , così adesso che sono
“donna”, come mi hanno definito i miei genitori, sono stanca di non poter
prendere decisioni con la mia testa, di dover sottostare sempre a qualcuno,
così ho deciso di scappare, non so dove, non so quando e non so come perĂ²
appena ne avrĂ² l’occasione scapperĂ² via di qua perchĂ© non voglio passare la
vita in questa prigionia, preferisco morire di fame o di sete ma almeno potrĂ²
dire di aver fatto una mia scelta e di non aver eseguito gli ordini di
qualcuno, almeno per una volta.
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